Stage di Do As I DO con Claudia Fugazza

2 giorni con Claudia Fugazza per scoprire e comprendere l’apprendimento per imitazione!

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Apprendimento sociale significa imparare osservando un altro individuo. Gli studi più recenti sull’etologia e le capacità cognitive del cane ci hanno rivelato che il nostro più fedele compagno di vita è sorprendentemente predisposto ad apprendere socialmente dall’uomo.

Il Do as I do è una nuova tecnica di addestramento che ha sviluppato a partire da questi studi e che si basa sulle capacità cognitive sociali del cane, in particolare sulla sua capacità di imitarci.

Grazie al Do as I do il cane può imparare nuovi comportamenti osservando il suo proprietario e imitandolo. Questi comportamenti potranno poi essere messi sotto segnale.

DATE: 27-28 Settembre  2014

DOVE: Capriolo (BS) – Via Vanzeghetto – c/o SpazioForma

COSTI:70 € per Uditore – 150 € per i binomi  – 10€ tessera associativa. POSTI LIMITATI

ISCRIZIONI: Inviare il seguente modulo  scheda_iscrizione-doasido compilato e la ricevuta del pagamento tramite e-mail

INFO: www.6zampe.org – info@6zampe.org – 3403318597 Luca – 3406856717 Marcella

PROGRAMMA  programma_doasido:

 1° giornoTeoria:  l’apprendimento sociale nel cane

Il protocollo di addestramento – 1° fase

Pratica: Scelta e verifica dei comportamenti

Insegnare la regola dell’imitazione

 Pratica:Insegnare la regola dell’imitazione

 2° giorno 

Teoria: 2° fase del protocollo di addestramento

Il DO AS I DO come tecnica di addestramento

Pratica: Generalizzare la regola dell’imitazionePomeriggio

Teoria:  L’imitazione in etologia

Pratica: Insegnare nuovi comportamenti con il DO AS I DO

 Al fine di una migliore riuscita dello stage, è necessario che i cani conoscano almeno 3 comportamenti sotto segnale verbale e il “resta”

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La passeggiata col Cane

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Eccoci a parlare di una delle attività più importanti da fare con e per il CANE…la PASSEGGIATA

Innanzitutto questa attività deve essere bella e rilassante per tutti, cani e umani, e per arrivare a questo dobbiamo prima capire quali sono le necessità che ha il nostro amico quadrupede. Il video che potete vedere qui sotto, è stato fatto mettendo una action cam sulla pettorina di Pistilla, la mia cagnolina, così da poter vedere con i suoi occhi cosa fa un cane libero dal guinzaglio durante la passeggiata.

Ora, dopo aver visto cosa fa un cane quando è libero di scegliere, possiamo fare alcune considerazioni su come dovrebbe essere una passeggiata con il cane al guinzaglio:

  • Il cane ha una velocità completamente diversa dalla nostra, perciò per lui camminare alla nostra andatura è  uno sforzo. Per alleviare questo problema è importante l’utilizzo di un guinzaglio lungo, così che il nostro amico possa muoversi avanti e indietro a noi di qualche metro senza tirare.
  • E’ chiaro dal video che la passeggiata con il cane “al piede” NON è una passeggiata , ma un esercizio di Obedience. In questo modo il cane non si rilassa, non annusa, non fa nulla di quello che dovrebbe fare. Perciò il guinzaglio corto non aiuta il cane a non tirare, ma ottiene l’effetto  opposto.
  • Il cane in passeggiata ama annusare, esplorare e scoprire. Dobbiamo dargli i suoi tempi. Se si ferma con il naso su un fiore, o come più frequentemente accade, sulla pipì di un altro animale o altre cose che poco ci piacciono, lasciamo fare. Sta semplicemente “ascoltando” e “vedendo” quello che è accaduto prima e chi è passato di lì. Sarebbe come portare noi umani in cima ad una bellissima montagna con una vista mozzafiato e dopo 3 secondi obbligarci a andare via.
  • Lasciamo che il cane scopra e impari da solo. Noi dobbiamo solo essere pronti e presenti in caso di necessità, ma ricordiamoci che dobbiamo anche dargli fiducia e permettergli di mettersi alla prova. Questo migliorerà molto la sua autostima.
  • Insegniamo al nostro amico a camminare con noi libero al guinzaglio e permettiamogli di farlo per un po’ durante la passeggiata. Ne sarà sicuramente felice.
  • Evitiamo il collare ed utilizziamo una pettorina
  • Impariamo a leggere i segnali del cane e capirne la comunicazione. Spesso i proprietari fraintendono il gioco “un po’ rozzo” fra cani con un litigio, intromettendosi e interrompendolo, magari anche in malo modo, quando invece non ce n’era minimamente la necessità.
  •  Cambiamo sempre, o almeno spesso, il nostro itinerario, così da offrire al cane sempre nuovi odori, nuove situazioni e territori da esplorare.

Ora spero sia più chiaro il significato della ”passeggiata col cane” e probabilmente avrete anche scoperto perché molti cani tirano al guinzaglio o perché spesso si torna a casa dal giretto più stressati e stanchi di quando si è partiti….il motivo è che non si soddisfano i bisogni fondamentali del cane e cioè la sua necessità di annusare,  esplorare,  correre, cercare, scoprire, socializzare , provare  e imparare.

Tutte cose che può fare insieme a noi durante una bellissima passeggiata a 6 zampe!

Luca Marchetti

 

Il cane da solo in giardino…è un cane triste!

 

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“Cosa vuole di più il mio cane? Mangia, beve , dorme al caldo nella sua cuccia e ha a disposizione ben 300 mq di giardino…e poi la chiamano vita da cani!!! Pensa che ha anche il coraggio di farmi i dispetti e quando torno a casa trovo un disastro in giardino, rompe ogni cosa dimentico in giro, dalle ciabatte, alle scarpe , alle palline e ai suoi giochi. E inoltre mi salta addosso continuamente, rovinandomi i vestiti e sporcandomi tutto. Non è possibile andare avanti così. Devi insegnare al canea essere obbediente e smetterla con questi dispetti!!”

“Ho salvato il mio cane dal canile ed ora vive sereno e felice a casa mia in giardino. Ho un bel giardino di 500 mq tutto per lui. Cosa potrebbe volere di più?”

Quante volte ho sentito affermazioni come queste  e quante volte mi sono trovato a discutere con molte persone riguardo al tema del cane che vive in giardino.


Cominciamo con ordine: perché il cane che vive in  giardino non è felice?

Per rispondere correttamente devo fare una veloce digressione su quali sono i bisogni del cane. Possiamo rappresentarli in modo semplice e diretto attraverso la piramide di Maslow, utilizzata in psicologia umana, ma molto efficace anche in ambito cinofilo.  Raffigura tutti i bisogni del cane, divisi a livelli. Si parte dalla base, i bisogni fisici, e una volta soddisfatti completamente  si passa al livello successivo, i bisogni di sicurezza e così via fino a raggiungere il vertice alto della piramide, che significa avere un cane felice e completamente appagato. Arrivare alla cima è molto difficile, ma ogni proprietario dovrebbe continuare a salire lungo la piramide per tutta la vita del nostro amico quadrupede.

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A questo punto la risposta alla domanda iniziale è molto semplice.  Un cane che vive in giardino avrà soddisfatto i primi due livelli della piramide (bisogni fisici e di sicurezza), ma il fatto di passare le giornate da solo in giardino non gli permetterà mai di arrivare a completare il livello dei bisogni di appartenenza, cioè il sentirsi parte di un gruppo. Per questo non sarà mai un cane veramente felice!

Oltre  a questo il cane da solo in giardino si annoierà e questo provocherà uno stato di stress che lo porterà ad abbaire, distruggere oggetti o come spesso capita a problemi fisici come dermatiti o gastrointestinali. Perciò se il cane distrugge il giardino è colpa nostra! I cani non “fanno i dispetti” perchè semplicemente non hanno nessun interesse nel recarci danno….siamo solo noi umani (o almeno alcuni di noi) a trarre giovamento dal creare problemi agli altri per vendetta o solo per divertimento!

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Passiamo ora ad una domanda molto frequente: “meglio da solo in giardino che in un box di canile?”

La risposta a questa domanda è molto difficile: Sicuramente dipende da come viene gestito il canile in qui si trova il cane. Conosco rifugi e strutture dove sicuramente un cane vive meglio e in modo più completo rispetto alla vita in un giardino di una casa privata, perché seguito costantemente da proprietari e educatori. Alla fine il bisogno non risolto in un canile e quello di appartenenza ad un gruppo….lo stesso del cane che vive solo in giardino.

Se parliamo invece di situazioni di canili disagiati e mal gestiti, dove potrebbe venire a mancare anche la soddisfazioni dei bisogni più elementari (fisici e di sicurezza) allora potrebbe essere meglio il giardino di una casa privata.

Fino a questo punto ho parlato solo dei bisogni del cane, ma secondo me ci sono vantaggi anche per i proprietari a far vivere i cani con noi.

Sicuramente chi vuole il cane “da guardia” deve pensare che in casa il rischio di avvelenamento è pressochè inesistente e in più il cane potrà segnalare meglio e proteggere l’abitazione piuttosto che trovarsi ad affrontare da solo dei malintenzionati che potrebbero fargli del male.

Il secondo, e per me il più importante, è che CHI NON VIVE CON IL CANE IN CASA NON CONOSCERA’ MAI VERAMENTE IL PROPRIO AMICO E SI PERDERA’ LA GIOIA E LA FELICITA’ DI CONDIVIDERE CON LUI LA QUOTIDIANITA’.

Chi vive con un cane sa di cosa sto parlando e chiunque nella vita si meriterebbe un’esperienza tanto bella e importante, anche dal punto di vista della nostra crescita emotiva, spirituale e morale, come quella di vivere insieme un simpatico quadrupede peloso.

Spero di essere riuscito a convincere qualcuno e che questa notte ci saranno più cani in casa e meno in giardino!

Luca Marchetti

Il Microchip…questo sconosciuto

Ogni persone che vive insieme ad un  cane ha l’obbligo di iscrivere il proprio amico all’Anagrafe Canina e , per poterlo fare, deve inserire  un apposito microchip con codice unico di 15 cifre che permetta di identificarlo in modo univoco su tutto il territorio. Purtroppo oggi questa prassi è poco diffusa, basti pensare che nella provincia di Milano solo 1 cane su 3 ha il microchip!!!!!

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Cos’è il Microchip

Il microchip è un dispositivo poco più grande di un chicco di riso, esattamente è un ricetrasmettitore transponder (transmitter responder) con tecnologia RFID, che contiene un codice univoco di 15 cifre e funziona solo quanto viene interrogato dall’apposito lettore in dotazione alle Aziende sanitarie e al servizio di Polizia Locale. Quando non interrogato dal lettore, il microchip è praticamente inerte, come se non ci fosse.

Il microchip viene inserito sotto la cute del cane tramite iniezione nella zona laterale del collo, utilizzando le apposite siringhe e rimane sotto la cute per l’intera vita del cane; Non provoca  più dolore di una qualunque vaccinazione.

 Come si fa l’iscrizione all’Anagrafe Canina?

L’Anagrafe Canina è gestita dal Ministero della Salute, attraverso le singole regioni.
L’iscrizione del cane è obbligatoria e deve essere eseguita entro il secondo mese di vita.
Per eseguire l’iscrizione:

  • Il proprietario del cane deve essere  maggiorenne e residente nel territorio della ASL di competenza
  • L’ambulatorio del veterinario che provvede a inoculazione del microchip ed iscrizione all’Anagrafe Canina deve trovarsi nello stesso territorioI
  • Il proprietario deve firmare un modulo appositi fornito dal medico veterinario.

 

Vantaggi del microchip?

Anche se obbligatorio, sia l’inserimento del microchip e contemporanea iscrizione all’anagrafe canina, il microchip presenta diversi vantaggi.

  •  In caso di ritrovamento del cane , dopo uno smarrimento, le autorità sono in grado di risalire ai dati del proprietario e possono così contattarlo immediatamente.
  • Il microchip e l’iscrizione all’anagrafe canina sono metodi importanti per combattere il fenomeno dell’abbandono dei cani
  • In caso di rapimento del cane è possibile rivendicare di esserne i proprietari.
  • Il microchip è l’unico metodo di riconoscimento di identità adottato e riconosciuto in Europa dal 2012, mentre in Italia è in uso dal 2005.

Altre Informazioni Utili

  • Ogni cambio di residenza , numero telefonico o altro recapito va  comunicato all’Anagrafe Canina.
  • Se si adotta il cane da un canile il cane deve essere già dotato di microchip e iscritto all’anagrafe
  • Anche in  caso di acquisto del cane, questo deve già avere il microchip e risultare iscritto all’anagrafe canina. E’ necessario eseguire solo  è quindi necessario il solo cambio del proprietario.

Stage di Nosework con Simone dalla Valle

3 Giorni insieme a Simone Dalla Valle per scoprire il magico mondo del Nosework!
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Il cane utilizza l’olfatto per esplorare e conoscere il mondo in maniera simile a quanto fa l’uomo attraverso la vista, per questo motivo così come il nostro cervello, durante la crescita, si sviluppa e si struttura per recepire al meglio le informazioni che riceve tramite gli occhi, il cervello del cane é organizzato per fare lo stesso con il naso!

Quando il cane usa l’olfatto attiva il suo cervello, si diverte, si rilassa e, attenzione attenzione proprietari con poco tempo a disposizione!, si stanca molto più di quanto non faccia correndo dietro a una pallina o seguendovi mentre fate jogging!

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DATE: 31 Gennaio, 1 e 2 Febbraio 2014

DOVE: Capriolo (BS) – Via Vanzeghetto – c/o SpazioForma

COSTI: 90 € per Uditore – 180 € per i binomi (posti per binomi già esauriti) – 10€ tessera associativa

INFO: www.6zampe.orgluca@6zampe.org – 3403318597 Luca – 3406856717 Marcella

 

PROGRAMMA:

Il corso si articola in 3 giornate.

1° g: (TEORIA, non è richiesta la presenza dei cani)

– mattina: (9.30-13) teoria in aula con lezione frontale col supporto di slide e video

– pomeriggio: (14.30-17.30) teoria in aula con lezione frontale col supporto di slide e video, spiegazione di tutti gli esercizi.

2°g: (PRATICA)

– mattina: (9.30-13) Square search (ricerca di oggetti all’interno di un settore olfattivo)

– pomeriggio: (14.30-18.00) Lost retrieve (ricerca di un oggetto su un sentiero appena percorso)

3° g: (PRATICA)

– mattina: (9.30-13) Tracce

– pomeriggio: (14.30-18.00) Ripetizione degli esercizi + (dalle 16/16.30) Teoria con il supporto di video e slide per mostrare le progressioni degli esercizi, domande finali e chiusura stage (in aula con videoproiettore).

 

INDICAZIONI PER GLI ISCRITTI CON CANE:

Prima di tutto vi chiedo di avere un pò di pazienza in più rispetto ad altri stage “pratici” perchè questa è un’attività in cui i cani, soprattutto all’inizio, devono lavorare autonomamente. Questo significa che mentre un cane lavora, gli altri cani non possono essere presenti. È’ fondamentale quindi che vi ricordiate tutto il necessario per le pause dei vostri quadrupedi che sarebbe meglio si svolgessero in auto per dare loro la possibilità di rilassarsi e riposare:

  1. ciotola acqua
  2. copertina, materassino o kennel
  3. snack da masticare tipo ossicini di bufalo, orecchie essicate… (la masticazione aiuta a rilassarsi e a trascorrere il tempo!)

NB: se il cane non è abituato a rimanere da solo in auto potete organizzarvi diversamente ma non potrete comunque rimanere nelle vicinanze della zona di lavoro.

NB: se un iscritto desidera partecipare con più cani è libero di farlo tenendo presente che i cani che lavorano saranno comunque 6, per tanto l’iscritto potrà scegliere se svolgere esercizi diversi con cani diversi o se iscrivere ogni cane come partecipante (in questo caso sarà l’organizzatore a stabilire modalità e costi di iscrizione).

 

Per quanto riguarda il lavoro pratico, questo è quello che vi serve:

  1. Una grande quantità di premi, meglio se molli e puzzolenti tagliati a pezzetti (tipo wurstel, petto di pollo/fegato…).

NBevitare premi secchi, tipo biscotti, perché si sbriciolano e sporcano la zona di lavoro.

  1. Per le piste dovremo strofinare qualcosa di appetitoso per terra che poi il cane troverà alla fine del percorso. Per questo consiglio:

1 confezione di petti di pollo/fegato/cuore o altri tipi di carne che dovrete far assaggiare al vostro cane prima dello stage in modo da accertarvi che sia di suo gradimento!

1 contenitore tipo tupperwere di piccole dimensioni

NBnon cuocere la carne, se temete per la salmonella e altri batteri vi basta congelarla e scongelarla la sera prima.

  1. Giochi/oggetti che il vostro cane ama mooooooolto!
  2. Uno o più oggetti vostri che il cane può tranquillamente prendere in bocca (un guanto, cellulare, portafoglio, etc…)
  3. Una lunghina di almeno 10mt, che potrete realizzare con 10mt di corda da arrampicata e un moschettone (leggero).

NB: consiglio di portare con voi dei guanti.

  1. Clicker, se lo conoscete e il vostro cane è già abituato all’utilizzo.
  2. Abbigliamento da trekking perché il lavoro pratico si svolge all’aperto.
  3. Pettorina ad H o svedese.

NB: non lavoro con cani che indossano collari e pettorine scapolari.

NB: Durante è il corso NON è possibile effettuare riprese audio/video, nessun problema per le fotografie.

In caso di pioggia persistente, neve e forte vento lo stage non può svolgersi regolarmente.

 

 

Addestramento o Educazione?

Mi capita spesso di incontrare persone che hanno perso la voglia e la speranza di risolvere alcuni “problemi” dei loro cani, in quanto hanno avuto esperienze di “addestramento“, ma non sono servite a risolvere il problema. Mi dicono infatti che il loro amico peloso è diventato bravissimo al campo a fare il “terra”, il “seduto”, il “resta”, la condotta al piede con lo strozzo , etc etc , ma una volta tornato a casa la situazione è tornata la stessa .

Il problema di fondo è che l’addestramento,  che nella maggior parte dei casi è Obedience, non ha come finalità l’educazione di un cane o l’acquisizione da parte dei proprietari di nozioni e capacità nuove, ma semplicemente ha lo scopo di preparare un binomio ad una disciplina sportiva.

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Ma andiamo per ordine: cos’è l’Obedience? Riporto la definizione dal sito dell’ENCI.

L’Obedience è una disciplina nata per valutare le capacità di un binomio uomo-cane di eseguire una routine di esercizi. È aperta a tutti i cani di età superiore ai 12 mesi iscritti al Libro genealogico del cane di razza o a un Libro delle origini riconosciuto dalla FCI (Federazione cinofila internazionale) e, nelle classi dove non siano in palio CAC,[1] e CACIOB,[2] anche ai soggetti non iscritti.

La disciplina dell’Obedience ha come fine di insegnare al cane un comportamento controllato e collaborativo, la disciplina implica infatti una buona armonia cane-conduttore e porta ad un’intesa perfetta anche quando il cane si trovi distante da quest’ultimo.

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Detto questo cerchiamo di capire cosa significa invece “educare un cane” da un’intervista fatta  a Roberto  Marchesini su questo argomento

 

In cosa si differenzia l’educazione dal tradizionale addestramento?

L’educazione sociale del cane rappresenta oggi l’esigenza più sentita da parte dei proprietari. Questi non sono più interessati all’addestramento tradizionale, inteso come ottenimento di prestazioni come la guardia o la difesa, ma chiedono di poter convivere col proprio cane in piena serenità relazionale e con una buona integrazione sociale. I proprietari vogliono sentirs

 

i sicuri quando portano il cane al parco, passeggiando nelle strade affollate, entrando in un bar o in un ristorante, sui mezzi pubblici come in albergo. Per vivere a 360 gradi la propria relazione con il cane è necessario educarlo alla relazione sociale, per far sì che si sappia integrare nel contesto cittadino inserendosi positivamente in tutte le situazioni di interazione sociale. Il cane ha tutti i requisiti per poter vivere accanto all’uomo nelle situazioni più differenti, ma questa sua cittadinanza va costruita attraverso un percorso educativo appositamente studiato.

 

Per quale motivo solo oggi si è manifestato questo bisogno?

La metropoli contemporanea presenta sempre più dei connotati non sempre facili. Il condominio forza la capacità di convivenza attraverso strettissime condivisioni di spazi; la presenza di altri cani vicini può sollecitare risposte come l’abbaio o la marcatura. Le strade affollate di uomini, cani e automobili richiedono un robusto autocontrollo e la passeggiata rischia di trasformarsi in un’attività difficile e impegnativa. A ques

 

to vanno aggiunti due fattori estremamente critici: per prima cosa le persone manifestano una sempre maggiore disinformazione sul modo corretto di interagire col cane; in secondo luogo si registra una crescente tendenza a considerare la presenza degli animali come una moda e quindi con superficialità e inadeguatezza. Per questi motivi, in un periodo di crisi dell’occupazione, una professione che sta conoscendo un sorprendente trend di crescita è proprio quello dell’educatore cinofilo, ovvero di consulente di relazione, capace di favorire l’inserimento del cane all’interno della famiglia e nel consesso pubblico.

Ora capite bene che ogni proprietario, prima di affidarsi ad un educatore, addestratore, istruttore, agevolatore della relazione, consulente e chi più ne ha più ne metta, deve capire il motivo per cui sta chiedendo aiuto.

Se vuole migliorare la vita col suo cane, e rendere più semplice e serena la convivenza in casa e nella società dovrà rivolgersi ad un professionista che lo accompagni in un percorso pedagogico e educativo (Educazione: da educere = sviluppare/ far germogliare  = formazione del carattere).

Una volta appreso la bellezza e l’importanza della relazione, della soddisfazione dei bisogni del cane, dell’utilizzo della giusta attrezzature e del gioco, potrà decidere di affrontare qualunque disciplina sportiva, che sia Obedience, piuttosto che DiscDog, AgilityDog, Dog Dance, Dog Orienteering , Coursing, Difesa, Ricerca,  Protezione civile e qualunque cosa possa piacere a lui e al cane. Tutte queste discipline andranno a migliorare  e rafforzare il legame del binomio e renderanno ancora più divertente il tempo passato insieme, ma prima deve esistere una consapevolezza da parte del proprietario e un’empatia all’interno della coppia che solo da un adeguato percorso educativo può nascere.

La scelta del cane

Prendo spunto da una argomento nato da una cena con amici qualche sera fa: Ho deciso di prendere una cane….Quale scegliere?

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Argomento molto complesso e difficile per vari motivi. Innanzitutto quando una persona decide di prendere con se un cane l’entusiasmo è altissimo e di conseguenza spesso il cuore prevale sulla mente. Il mio consiglio è quello di chiederci se siamo veramente consapevoli della decisione che stiamo prendendo, e lo facciamo ponendoci queste domande:- So che sto facendo un grosso cambiamento nella mia vita? Da oggi la mia vita non sarà più la stessa
– Da oggi dovrò prendermi cura di un essere vivente e sarò responsabile del suo benessere e della sua vita
– Un cane non è un pupazzetto. Mangia, beve, dorme, sporca, gioca, cammina,CRESCE, invecchia, abbaia e fa tante altre cose divertenti: ne sono consapevole?

Queste tre domande sono molto utili per farci riflettere sul fatto che vivere con un cane è meraviglioso, ma ha anche degli aspetti molto impegnativi che bisogna conoscere. Perciò la decisione deve essere fatta razionalmente e non sull’onda dell’entusiasmo a seguito della visione di un film, o di amici che hanno un cane. Se siamo ancora convinti, dobbiamo porci altre domande:
– Sai che il cane ha bisogno di fare attività diverse e non solo dormire e farsi coccolare? Questo richiederà tanto tempo e impegno
Il cane è un animale sociale e ha bisogno di vivere e dormire in stretto contatto con la sua famiglia, perciò non chiuso in giardino, sul terrazzo o in cantina.Il cane può ammalarsi e le cure possono essere anche molto costose
Il cane non è un giocattolo e una volta preso rimarrà con te tutta la vita (circa 15 anni)

Se alla fine di questa riflessione siamo ancora convinti della nostra scelta, possiamo passare a decidere quale cane diventerà nostro compagno di vita.

CANE DI RAZZA O METICCIO?
Eticamente la decisione è abbastanza semplice. Ci sono canili pieni di cani stupendi, destinati a passare lì l’intera vita. Salvarne uno è un bellissimo gesto. D’altro canto però, se vogliamo un cucciolo, scegliere un cane di razza può aiutarci nel “prevedere” a grandi linee quali saranno le sue principali caratteristiche caratteriali . fisiche e motivazionali. Se la scelta invece è su un cane adulto, allora il problema non si pone.

SE DI RAZZA, QUALE RAZZA?
Il consiglio che vi posso dare è questo: non scegliete una razza solo perché vi piace “esteticamente”, ma valutate questi aspetti:
GrandezzaCaratteristiche della razza: attenzione ai cani da lavoro (pastori, cani da caccia, …) perché richiedono molta attività e di conseguenza molto impegno e molto tempo.
Maltrattamento genetico : Ci sono razze create e selezionate dall’uomo che hanno dei gravi problemi fisici causati da particolari caratteristiche morfologiche estreme.
Malattie o problemi a livello ereditario: più la razza è “delicata”, più necessiterà di cure e conseguentemente di soldi.
Valutare bene l’allevamento di provenienza. Se vogliamo un cane di razza dobbiamo prenderlo da un allevamento serio, anche se lo pagheremo di più. Altrimenti andiamo in canile che è meglio.
NON COMPRARE MAI CANI DAI NEGOZI DI ANIMALI.

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ADULTO O CUCCIOLO?
Tutti preferiscono portare a casa un dolce e affettuoso cucciolo, ma attenzione anche ai risvolti negativi di questa scelta, perché il tenero cucciolo si trasformerà in Satana un paio di giorni dopo l’arrivo nella vostra casa. I cuccioli sporcano, mordicchiano i mobili, sono molto energici, richiedono tantissima attenzione, e se sbagliate a educare un cucciolo vi troverete un adulto problematico. Inoltre non potrete mai essere sicuri del carattere e dimensione del vostro cane finchè non sarà adulto, e questo vale tantissimo per i cani da canile , ma anche per i cani da allevamento.
Se scegliete un cane adulto, potete già conoscerne tutti gli aspetti fisici e se lo frequentate un po’ prima di portarvelo a casa, anche gli aspetti caratteriali.

 

Spero di avervi dato qualche utile consiglio e soprattutto avervi messo qualche “dubbio positivo” in testa.

Vi chiedo comunque di fare sempre una visitina a qualche canile prima di decidere di prendere un cane, anche se la scelta è per il cane di razza, almeno per rendersi conto di quanti cani vengono “portati indietro” o abbandonati in canile, e capire che i loro proprietari, nel momento in cui li hanno portati a casa, avevano tutte le migliori intenzioni del mondo…proprio come voi.

 

Il Capobranco sei tu…o forse no?

E’ un po’ che non scrivo e oggi mi sembra giunto il momento per un nuovo post.

L’argomento è di quelli che fanno discutere, IL CAPOBRANCO  ed io voglio semplicemente condividere le mie idee e le mie opinioni, senza nessuna pretesa di dare verità assolute.

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Ho partecipato ad un corso di 2 giorni dove si è parlato di Dominanza Vs  Accreditamento, Capobranco Vs Guida,   Comandare Vs Collaborare ed ho avuto la fortuna di partecipare un mese fa, ad un seminario di Minunno, dove mostrava i risultati dei suoi studi sui cani ferali e la struttura del loro branco (o famiglia?). Queste esperienze mi hanno permesso di confermare e validare le idee che mi ero fatto da varie letture e dall’osservazione dei miei cani.

Innazitutto la teoria del Capobranco e del Cane Alpha, che impone regole e decisioni con la forza nasce da studi effettuati su lupi in cattività, presi e messi forzatamente in un branco che di naturale non ha nulla.

Già gli studi sui branchi di lupi in libertà evidenziano una struttura più simile a quella di una famiglia. Ma la cosa principale da dire è che i nostri cani non sono lupi…Sono un’altra specie! E’ come se per studiare metodi di educazione sui bambini andassimo ad osservar gli scimpanzé…non penso che scopriremmo metodi molto utili sui nostri bambini.

A proposito di cani invece, Michele Minunno, durante il suo seminario, ha mostrato come sono strutturati i branchi di quelli selvatici in libertà, o almeno di quelli che lui osserva in Puglia, dove svolge la sua attività di ricercatore. E’ sbalorditivo quanto il loro branco sia simile alla nostra famiglia. Esiste infatti una coppia che “guida” e gestisce il branco, un po’ come fossero genitori, e sono gli unici che possono avere figli. Non hanno la necessità di lottare con gli altri per imporre il loro status con la forza,  perché sono già accreditati come guide dal resto del cani.  Infatti  fanno parte del branco anche altri cani, spesso con legami di sangue verso la coppia, ed ognuno di essi ha un compito ben preciso: la ricerca del cibo, l’accudimento dei cuccioli, la sorveglianza del gruppo, l’esplorazione, etc etc. I cuccioli vengono cresciuti dalla coppia, con l’aiuto di zie e parenti e una volta adulti scelgono se rimanere nel gruppo o andarsene per formarne uno nuovo…non vi ricorda qualcosa di molto simile a quello che succede nelle nostre famiglie umane?

Il branco cerca di evitare le liti il più possibile. Immaginatevi quanta energia si dovrebbe sprecare per lottare tutti i giorni per poter definire il proprio status di dominante. Pensate a quante ferite e conseguentemente morti potrebbero accadere. Un branco non può permettersi questo spreco di energie e risorse!

Se vi capita andate e partecipate a un seminario di Michele Minunno…vi aprirà davvero gli occhi.

Detto questo capite bene che in natura è accreditato come Cane Leader o Guida, chi è più bravo degli altri a prendersi cura del gruppo, ad accudirlo, a guidarlo nelle esperienze e a farlo stare bene.

Non chi lotta ogni giorno e si impone con la forza. Noi dobbiamo imitarli. Nessuno dei nostri cani vorrebbe prendersi il compito di andare a fare la spesa al posto nostro, di prepararci il pranzo, di lavare copertine e cucce e di portarci a spasso….perciò penso di poter dormire sonni tranquilli e non preoccuparmi che Bolla si svegli di notte e mi aggredisca per diventare un capobranco! Anche se non passo sempre io prima dalle porte…anche se lei dorme nel letto con me…anche se spesso sgranocchiamo grissini insieme …anche se non mi metto mai ad urlare e a strattonarla col collare a strozzo!

Oltre a questo penso  che tutta la teoria del dover essere capobranco e perciò dover dominare il proprio cane, sia un modo come un altro di sentirsi “forti e virili”, una necessità, soprattutto di alcuni uomini, di dimostrare di essere “mascolini”. Mi è capitato di confrontarmi con persone su questa teoria e vedevo i loro occhi brillare e il loro petto gonfiarsi, quando mi raccontavano che il loro cane si mette a pancia in su non appena loro alzano la voce, o che ubbidisce immediatamente ogni volta che lo chiamano perché quando non lo fa gli tirano un bel calcione. Queste cose mi fanno rabbrividire! Eppure li rende più orgogliosi dire “il mio cane mi teme e torna sempre al richiamo perché io sono il capobranco e se non lo fa sono calci”, piuttosto che “Il mio cane torna sempre al richiamo perché col tempo abbiamo instaurato una relazione  profonda e mi ha scelto come sua guida, perciò ai suoi occhi sono più interessante io di quello che sta facendo in quel momento e decide sempre di tornare da me”

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma non voglio tediarvi. Penso che abbiate capito quel’è la mia opinione…e spero di aver influenzato al vostra…

La vista del Cane

Come vede il cane?

E’ una domanda che tutti cisiamo fatti nella vita…come vede il nostro cane? In bianco e nero? O percepisce i colori? E quali colori? Vedono al buio?

Ecco le risposte.

L’occhio del cane, se confrontato con quello dell’uomo presenta delle caratteristiche anatomofisiologiche simili, le differenze, invece, sono legate al diverso “stile di vita”. L’occhio umano, infatti, si è evoluto verso una visione diurna, mentre l’occhio del cane presenta una migliore visione crepuscolare e notturna.

L’occhio può essere paragonato ad una macchina fotografica dove le lenti sono rappresentate dai mezzi diottrici cornea e lente, il diaframma è l’iride e la pellicola è la retina.  I fotorecettori, bastoncelli e coni, costituiscono lo strato più esterno della retina neurale. I bastoncelli sono molto sensibili alla luce e pertanto risultano importantissimi per la visione notturna o con poca luce (visione scotopica). I coni a differenza dei bastoncelli sono poco sensibili alla luce (visione fotopica), ma la loro funzione principale è quella della differenziazione dei dettagli e dei colori.

Nella retina del cane non vi è nessuna parte libera da bastoncelli, come nell’uomo.Una struttura cellulare extraretinica che non troviamo nell’uomo ma di fondamentale importanza per la visione notturna del cane è il tappeto lucido, La funzione del tappeto lucido è quella di amplificare la luce, pertanto risulta indispensabile nelle condizioni di scarsità di luce. Proprio per questa caratteristica il cane è in grado di vedere in poca luce.

 

Sensibilità al movimento e percezione della profondità

L’occhio del cane e dell’uomo presentano una buona percezione del movimento. Rispetto al cane l’uomo in presenza di luce ha una capacità dieci volte superiore per localizzare ed identificare un oggetto in movimento. Questa capacità è legata, come già accennato, alla porzione maculare della retina che essendo costituita solo da coni è in grado di discernere i particolari ed i colori. Questa capacità va a favore del cane in situazioni di scarsità di luce.

Il cane, rispetto all’uomo, presenta una maggiore difficoltà di messa fuoco da vicino. In una ricerca condotta in Inghilterra nel 1936 utilizzando 14 cani in forza alla polizia britannica è stato valutato che questi animali erano capaci di riconoscere un oggetto in movimento da 900 metri ma erano incapaci di riconoscere lo stesso oggetto immobile ad una distanza molto inferiore, a meno di 585 metri (Miller, 2001).

La percezione binoculare della profondità o visione stereoscopia (“fusione” in una unica immagine) oltre ad essere legata, ovviamente, alla presenza di entrambi gli occhi risulta essere maggiore negli animali che hanno questi in posizione frontale. I cani quindi, che possiedono un solo occhio hanno una certa difficoltà a percepire la profondità.

L’occhio del cane ha un campo visivo maggiore di quello dell’occhio umano: un Levriero arriva ad avere un campo visivo di 270° (cioè ha quasi il campo visivo di un gatto, che raggiunge i 280°);  un cane dalla forma della testa più standard arriva ad avere un campo visivo di 250°. Man mano che il muso si appiattisce nelle varie morfologie facciali, l’ampiezza del campo visivo decresce, ma è sempre superiore a quella umana, che è di “soli” 180°.

La sensazione dei colori

La luce è costituita da particelle chiamate fotoni, ognuna delle quali è formata da più onde elettromagnetiche. Il pigmento è quella sostanza in grado di assorbire e riflettere una parte della luce che lo colpisce.

La retina dell’occhio umano è caratterizzata da quattro tipi di fotorecettori: i bastoncelli e tre tipi di coni che contengono ognuno un pigmento differente. La visione dei colori nei primati, incluso l’uomo, è tricromatica in quanto è legata alla presenza nella retina di tre tipi di coni. Tali coni vengono identificati con le lettere L, M e S (impropriamente chiamati coni rossi, verdi e blue). La mancanza di un tipo di coni nell’uomo è causa della cosidetta dicromia, difetto di visione dei colori; tale mancanza è di origine genetica.

Il riconoscimento dei colori richiede la presenza di almeno due tipi di fotorecettori con sensibilità spettrale diversa. Diversi Autori hanno studiato la visione dei colori del cane ma i risultati sono spesso in conflitto fra di loro (Miller e coll., 1995). Si può affermare comunque che il cane vede i colori ma non allo stesso modo dell’uomo.

Il cane presenta due tipi di coni. Un tipo maggiormente sensibile alla lunghezza d’onda da 429 a 435 nm definita del violetto, un secondo tipo sensibile alla lunghezza d’onda di 555 nm, del giallo. I cani sembrano non avere i coni di tipo verde e pertanto sono incapaci a distinguere alcune tonalità dal verde al rosso. Presumibilmente lo spettro visibile del cane varia dal viola al blue-viola ed al giallo. Il cane sembrerebbe incapace di distinguere l’arancione ed il rosso.

L’errore di rifrazione più comunemente riscontrabile nel cane è la miopia in cui è riconosciuta una predisposizione di razza nel Pastore Tedesco  e nel Rottweilers (Miller, 2001). La miopia inoltre si riscontra nel cane anziano in quanto è associata alla perdita di elasticità del cristallino. L’ipermetropia così come l’astigmatismo sono poco comuni nel cane.

Rif:Ann. Fac. Medic. Vet. di Parma (Vol. XXIII, 2003) - pag. 113 - pag. 119

I Cani e il mare….tutti in acqua!!!

Come convincere i nostri cani a buttarsi in acqua (per quelli che, come noi, hanno cani restii a fare il bagno nel mare)

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Finalmente è arrivata l’Estate e molte persone partiranno per le vacanze insieme agli amici pelosi. Si parte sempre con la speranza che i simpatici quadrupedi si buttino nell’acqua,  tipo cane da salvataggio, ma spesso accade l’opposto; il cane si siede sulla spiaggia, osservando il mare, senza la minima intenzione di avvicinarsi all’acqua. Come possiamo fare per convincerlo a bagnarsi?

Innanzitutto NON DOBBIAMO:

  1. Buttarlo nel mare
  2. Tirarlo a forza in acqua

Dobbiamo invece far conoscere l’acqua al cane poco alla volta, con tanta pazienza. Se possibile, cerchiamo una spiaggia un po’ isolata, dove non ci sia troppa gente che potrebbe “intromettersi” nel nostro lavoro e dove le distrazioni siano poche.

Poi possiamo cominciare entrando in acqua quanto basta per bagnarci i piedi e da lì chiamare il cane. A volte questo è sufficiente per invogliare il cane ad avvicinarsi (come per Pistilla), a volte invece dobbiamo utilizzare uno stimolo più interessante, tipo un bocconcino (come nel caso di Bolla, l’unica Vizsla al mondo che non voleva entrare in acqua). Appena il cane si avvicina a noi, bagnandosi anche pochissimo le zampe, lo premiamo dandogli il bocconcino o facendogli tanti complimenti e carezze.

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Il cane molto probabilmente mangerà il bocconcino e se ne tornerà immediatamente sulla terraferma.  Ripetete il tutto 5 o 6 volte. Se necessario lasciate riposare il cane e poi ripetete ancora una volta. A questo punto il cane dovrebbe aver preso confidenza con l’acqua bassa e entrare in acqua di sua spontanea volontà.

Ora potete osare di più e entrare nell’acqua un po’ più alta, ma che non superi il cane.

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Ripetete quanto fatto prima. Ricordo che tutto questo deve essere fatto in modo molto graduale e possono volerci anche giorni. Con Bolla ci sono volute 6 mattine intere di mare, prima di vederla nuotare.

Una volta presa confidenza con l’acqua un po’ più alta, aumentate le distanze ancora un po’, così da obbligare il cane a nuotare. Se però vedete che il cane si blocca nel punto in cui non  riesce a toccare terra con le zampe , avvicinatevi a lui, mettete il bocconcino vicino al suo naso, senza che possa mangiarlo, e pian piano vi muovete nell’acqua alta, facendovi seguire dal cane (Tecnica chiamata luring). Mi raccomando, pochi passi alla volta, non dovete pretendere troppo da lui.

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A questo punto il gioco è fatto…il cane comincerà a nuotare!

 

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Ricordatevi…non a tutti i cani piace nuotare.

Pistilla lo fa perchè vuole stare vicino a noi e partecipare a quello che facciamo, ma non ama l’acqua. Bolla invece, dopo un po’ di paura iniziale, ama saltellare per orealla ricerca di pesci da cacciare!

Buon bagno a tutti….a 2 e a 4 zampe!!!!